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Trento, 4 settembre 2012
Prevedere regole obbligatorie per l'uso dei prodotti fitosanitari
in agricoltura, a tutela della salute dei cittadini e degli operatori agricoli
ma anche dell’attivitÀ turistica

Proposta di mozione presentata da Roberto Bombarda
consigliere provinciale dei Verdi e Democratici del Trentino

Il Consiglio provinciale

premesso che:

─  la letteratura scientifica e le indagini epidemiologiche hanno da tempo confermato la pericolosità dei prodotti fitosanitari, anche in quantità infinitesimali per le persone, in particolar modo per i bambini e gli animali, e, conseguentemente sono state emanate norme e raccomandazioni per salvaguardare la salute;

─  l’art. 174 del Trattato UE ha indicato la protezione della salute umana fra gli obiettivi della politica comunitaria in materia ambientale, da estendersi anche in ambito sanitario, introducendo il principio di precauzione e dell’azione preventiva con l’obiettivo della correzione alla fonte dei danni causati all’ambiente ed alla salute pubblica, nonché il principio che “chi inquina paga”;

─  ne consegue che, ai vari livelli, le competenti autorità sono tenute ad adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi, anche se solo potenziali, per la salute, per la sicurezza e per l’ambiente, facendo prevalere le esigenze connesse alla protezione di tali valori sugli interessi economici dei singoli;

─  alla luce della normativa europea  (direttiva 2009/128) ed al fine di contemperare le esigenze di tutela e protezione della salute e dell’ambiente con l’attività agricola la Giunta provinciale ha approvato, con la delibera 1183 del 19 maggio 2010, le “Linee guida in materia di utilizzo sostenibile di fitosanitari”, individuando fasce di rispetto e criteri per la preparazione, erogazione e smaltimento dei prodotti fitosanitari, demandando ai comuni la facoltà di adottare specifici regolamenti, in modo da adattare le indicazioni di massima contenute nelle linee guida  alle specifiche esigenze del proprio territorio;

─  purtroppo le “Linee guida” non hanno natura di norma cogente e obbligatoria, ma sono utili, nella migliore delle ipotesi, per orientare i comuni nell’adozione delle regole per disciplinare l’uso dei fitofarmaci nel proprio territorio. Viene così a mancare di fatto una normativa che garantisca, su tutto il territorio provinciale (essendo difficile ormai immaginare comuni ove non si eserciti, poco o tanto, l’attività agricola e quindi non si faccia uso di pesticidi ) regole minime di protezione omogenee ed a valere per tutti, ferma restando la facoltà per i singoli comuni di adottare disposizioni anche più stringenti ove se ne ravvisi la necessità;

─  occorre inoltre tener conto che oltre all’esigenza di contemperare salute ed agricoltura, molti territori trentini hanno una spiccata vocazione turistica. E non v’è dubbio che turismo ed agricoltura intensiva sono attività che mal si conciliano, perché lo spargimento di pesticidi determina uno scadimento della qualità dell’ambiente, ricercata invece da chi frequenta il Trentino, soprattutto nel periodo estivo;

─  qualche comune – più virtuoso di altri – ha adottato normative molto più severe di quelle indicate dalle “linee guida”, E’ il caso del Comune di Malosco che, con il proprio regolamento, ha bandito l’impiego di prodotti molto tossici (T+) e tossici (T), ha ampliato le fasce di protezione, previsto norme a tutela delle colture che non fanno uso di pesticidi (colture a foraggio o agricoltura biologica). E’ utile osservare che tale Regolamento comunale è stato sottoposta al vaglio del TRGA di Trento che lo ha giudicato perfettamente legittimo ed in linea con il principio di precauzione;

─  le misure di protezione, stabilite nelle attuali linee guida provinciali non garantiscono, come ampiamente dimostrato da studi tossicologici e da prove tecniche di deriva, anche con l’uso di specifiche attrezzature antideriva, l’assoluta assenza di tali sostanze nei luoghi cosiddetti non bersaglio quali abitazioni, luoghi pubblici, coltivazioni biologiche…ecc e conseguentemente non tutelano la salute dei cittadini.  Quindi sarebbe auspicabile che misure più rigorose di protezione venissero implementate a valere per tutto il territorio provinciale;

impegna la Giunta provinciale

1.  a valutare, proprio sulla scorta di quanto sperimentato nel comune di Malosco e in sintonia con il principio di precauzione così come definito nella specifica norma europea, l’opportunità di rendere più stringenti le norme contenute nelle attuali linee guida, a tutela non solo della salute, ma anche di chi pratica l’agricoltura biologica ed a tutela dell’attività turistica, che costituisce fonte di reddito per il nostro territorio, altrettanto importante quanto l’agricoltura;

2.  a trasformare le linee guida in un vero e proprio Regolamento cogente per tutto il territorio provinciale, ferma restando la facoltà dei singoli comuni di integrare ed adattare tali disposizioni alle specifiche esigenze del proprio territorio.

Cons. Roberto Bombarda

 

     

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